Colombia – Per gli amici di Charu il racconto di viaggio di Ale

Alla scoperta della Colombia tra natura e cultura

“La Colombia è stata una rivelazione, un viaggio che ha superato le mie aspettative, nonostante non vanti gli straordinari siti archeologici del Perù.

Tutto è più ridimensionato, più intimo, ma non per questo meno spettacolare.

E’ un viaggio che è iniziato con qualche difficoltà, ma che si è concluso nel migliore dei modi.

Tutto parte da Bogotà, la capitale, dove ho deciso di pernottare per tre notti.

Come base ho scelto il ‘nuovo’ quartiere Chapinero, famoso per la vita notturna e, proprio per questo motivo, uno dei più sicuri per i continui controlli di polizia. Perchè il centro storico, come spesso accade nelle grandi metropoli dell’America latina, alla sera diventa un luogo pericoloso per l’alto tasso di delinquenza e furti ai danni dei turisti. Fenomeno che di giorno non si verifica, anche se in Colombia bisogna tenere sempre gli occhi aperti. Altre zone sicure per pernottare sono il Quartiere Rosa (celebre per lo shopping) o il caratteristico quartiere di Usaquen, che annovera anche i migliori ristoranti della città.

Bogotà è una metropoli e , come ci si aspetta, è caotica, trafficata, rumorosa e piena di smog, ma contiene in sé degli aspetti molto interessanti, a partire dal centro storico, la Candelaria, facilmente visitabile seguendo un percorso che tocca tutti i monumenti più importanti: si fa riferimento come punto d’inizio alla enorme Plaza Bolivar e da lì si visitano i siti più importanti.

Non li elencherò tutti ma citerò quelli che più mi hanno impressionato: il Museo  Santa Clara, ubicato nell’omonimo monastero, il Pasaje Hernàndez, una galleria a due livelli che ospita delle botteghe, l’irrinunciabile Museo del Oro, strutturato come un enorme caveau, che contiene immensi tesori di epoca pre-colombiana, la Plazoleta de Cuervo, il Museo Botero, considerato il massimo artista colombiano e che tutti conoscono per le figure oversize, la Plazoleta Chorro de Quevedo con i suoi bellissimi murales e la Iglesia de San Francisco.

Mi è avanzato tempo per prendere la funicolare e raggiungere il Cerro de Monserrate, da cui si vede il miglior panorama sulla città mentre vi gustate un gelato in un bellissimo ristorante bar in stile liberty.

Se convertite i soldi in uno dei tanti sportelli di cambio ufficiali, assicuratevi di avere sempre un documento e di verificare che le banconote sia vere, perchè a me ne hanno date di false!!! Ed in generale molti colombiani cercano sempre un modo per spillarti i soldi.

La mia prima escursione, effettuata con mezzi di trasporto pubblici è Zipaquira: caratteristica la cittadina completamente in stile coloniale e la straordinaria Catedral de Sal, scavata interamente nel sale a 180 mt di profondità, con ambienti giganteschi ed esaltati da spettacolari giochi di luci. Zipaquira è un’ottima base per raggiungere anche Villa de Leyva, con le sue immense piazze e chiese di epoca spagnola, che mostra uno spaccato di come erano le città sotto alla dominazione spagnola.

Da Bogotà, con un volo interno, ho raggiunto Santa Marta, affacciata sul Mar dei Caraibi. Da non perdere la Quinta de San Pedro Alejandrino, dove morì El Libertador, Bolivar, e un giro per le calle del centro storico, senza dimenticare la Catedral, la più antica della Colombia.

Per avere un accesso comodo per visitare il Parque Nacional Natural Tayrona, ho pernottato in una meravigliosa finca sulla foce del Rio Piedra, (attenzione ai coccodrilli), immerso in una natura selvaggia, incorniciato dalla Sierra Nevada e con spiagge di sabbia bianca.

La visita al Parco deve essere organizzata calcolando bene i tempi di ingresso ed uscita. All’interno del Parco vivono ancora delle popolazioni indigene e sopravvive un ecosistema speciale per la vita di molte specie di animali.

Con un bus potete raggiungere diverse località come Palomino, meta degli neohippy, e dove ho conosciuto alcuni membri della tribù dei Kogui, un popolo amerindio che vive in pueblos e che veste solo di bianco.

Oppure Minca, dove è possibile raggiungere e nuotare sotto alla splendida cascata di Marinka.

La mia ultima tappa colombiana non poteva che essere Cartagena, patrimonio UNESCO, un’autentica rivelazione: coloratissima, seducente, energetica e proiettata verso il futuro pur valorizzando il notevole patrimonio architettonico di epoca coloniale, in gran parte restaurato.

Cartagena è la nuova capitale supercool dell’America Latina, pullula di turisti, ha locali trendy ed una vita notturna intensa, ma i suoi patii  e la sue terrazze, spesso con piscina, che sovrastano i tetti, offrono angoli di silenzio e pace.

Ovunque gruppi di giovani ballano la breakdance o le danze caraibiche. Ovunque si è tentati dai deliziosi profumi della comida colombiana che invadono le strade. Ottimi i ristoranti, dai più rinomati alle semplici trattorie in cui, per pochi pesos colombiani, si possono gustare generose porzioni tipiche.

Da non perdere un giro nel caratteristico quartiere Getsemani e nel centro storico,la Candelaria, ammuragliato da imponenti bastioni, in cui si possono ammirare tanti edifici e monumenti, piazze e chiese, tra cui la Catedral de Santa Catalina, il Palacio de la Inquisicion, il Museo del Oro, il Castillo, la casa di Rafael Nunez e i grandiosi hotel, un tempo conventi o palazzi nobiliari o caravanserragli ed ora restituiti al loro antico splendore.

Da Cartagena, partono innumerevoli battelli e aliscafi per raggiungere le celestiali acque caraibiche delle Isole del Rosario, escursioni fattibili in giornata. Alcune isole sono molto turistiche, ma in altre potrete trovare una pace assoluta e colori primordiali.”

 

Bravissimo Ale, è sempre un piacere leggere i tuoi racconti di viaggio…fanno sempre sognare!

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